“Dopo la pandemia l’accesso alle prestazioni sanitarie è un obiettivo ancor più importante. Il rallentamento delle attività ambulatoriali, diagnostiche, particolarmente grave sul territorio, oltre che nei poli ospedalieri, si somma alla emersione di patologie, soprattutto degenerative, correlate ai secondarismi del covid che aumentano la domanda di salute. La pesantezza della situazione è rappresentata anche dai dati regionali, seppure drogati in basso da alcuni fenomeni di gestione burocratica che non fanno emergere completamente la realtà dei problemi”. È quanto dichiarano in una nota Cgil Roma Sud Pomezia Castelli, Spi Cgil Roma Sud Pomezia Castelli, Fp Cgil Roma Sud Pomezia Castelli. “Abbiamo preso in esame i dati relativi alla diagnostica a breve effettuati nella Asl Roma 6 nel periodo dal 12 maggio al 12 giugno e balza all’occhio un dato per tutti, nella Asl Roma 6 risiedono il 9,5 per cento della popolazione del Lazio, ma le prestazioni diagnostiche sono pari al 6 per cento di quelle complessive del Lazio, evidenziando un fenomeno migratorio verso Roma e verso il privato per ottenere cure e prestazioni. Scelte dettate con molta probabilità dalla difficoltà ad ottenere gli appuntamenti in tempi congrui rispetto a quanto previsto dalla normativa ed a quanto richiesto dall’urgenza della patologia e in parte forse per ragioni di qualità del servizio percepito nella propria Asl di appartenenza”.
“Anche il dettaglio ci fornisce l’immagine di una prestazione basica, che non è punto di riferimento per la diagnostica avanzata sia per immagini, sia di laboratorio che di tipo strumentale. Per diverse voci il dato degli esami effettuati è addirittura 0, segno evidente che questo tipo di esame non viene erogato anche legate alle cure dei processi di diagnosi precoce degli screening che evidentemente inducono i pazienti a migrare. Gli investimenti previsti dal Pnrr sul territorio potrebbero ridisegnare la medicina del territorio, attraverso la costituzione di nuovi Ospedali di Comunità, Case di Comunità e Centrali operative territoriali, così come definito dal piano regionale, tuttavia quest’occasione rischia di essere in parte vanificata se non è accompagnata dalla piena messa disposizione del personale sanitario e medico. La crescita della base occupazionale degli ultimi due anni giunge dopo oltre 15 anni di emorragia, che aveva tagliato il 30 per cento del personale, con l’arretramento generalizzato delle prestazioni e dei servizi, e con il rischio che i limiti finanziari rallentino la stabilizzazione dell’occupazione acquisita. Aumentare la quantità e la qualità delle prestazione sanitarie pubbliche, riducendo le liste d’attesa e rendendo esigibile il diritto ad una salute di qualità per tutti è possibile solo investendo, oltre che sulla costruzione delle strutture, sul lavoro degli operatori sanitari che erogano le prestazioni”, si legge ancora nella nota.
“L’abbattimento delle liste d’attesa è oggi un’emergenza che non può attendere i tempi dell’attuazione del Pnrr, ma necessita interventi immediati e concreti ed un impegno straordinario da parte della Regione e delle Asl. Per questo la Cgil nel Lazio ha promosso la campagna ‘La cura non può attendere’ per il potenziamento della sanità pubblica, l’abbattimento delle liste d’attesa, nuove assunzioni per garantire il diritto costituzionale alla salute. Anche nel territorio della nostra Camera del lavoro stiamo programmando insieme allo Spi Cgil , alla Fp Cgil , alle categorie tutte ed a Federconsumatori volantinaggi ed iniziative per informare e supportare i cittadini che riscontrano difficoltà, o tempi di attesa che non rispettano le classi di priorità indicate dal medico sulla ricetta (ricordiamo che va sempre indicata). Essi potranno rivolgersi agli Sportelli Sociali Spi o a Federconsumatori presenti sul territorio direttamente oppure inviando un messaggio. Chiediamo inoltre alla Regione Lazio un impegno straordinario ed alla Asl Roma 6 di avviare un confronto urgente con le organizzazioni sindacali sulla situazione della sanità pubblica nel territorio, sia relativamente alle liste d’attesa che all’attuazione e monitoraggio degli investimenti della missione 6 del Pnrr, come peraltro previsto dai protocolli che attribuiscono una titolarità precisa al sindacato”, conclude la nota.