Ieri, presso la Sala Fredda della Cgil di Roma e Lazio, è stato presentato in conferenza stampa #perlefuturegenerazioni. Un comitato costituito da politici della sinistra, amministratori locali e sindaci, ma anche Legambiente, comitati territoriali ed ovviamente la Cgil: per il nostro territorio hanno aderito Claudio Avvisati, segretario generale SPI CGIL comprensoriale, e Claudia Bella, segretaria generale CdLT Roma sud Pomezia Castelli.
Un comitato nato per dire no all’inceneritore che dovrebbe essere impiantato a Santa Palomba, ma più in generale per chiedere alle istituzioni responsabili di pensare ad un diverso modello del ciclo dei rifiuti, legato all’Economia Circolare, in linea con le indicazioni che arrivano dall’Europa, che rispetti l’ambiente, la salute dei cittadini ed il lavoro.
“Il comitato nasce per tentare di fermare quelle proposte che ci proiettano nel passato- ha spiegato Tonino D’Annibale- Vogliamo portare verità su una discussione che falsa il quadro, perché dietro la proposta dell’inceneritore c’è un ritorno al passato ed è un inganno legare l’emergenza dello smaltimento dei rifiuti di Roma alla costruzione dell’inceneritore. Perché con l’inceneritore non servira’ più fare la differenziata, a Santa Palomba ci andrà tutta l’immondizia del Lazio e diventerà la pattumiera d’Italia: questo è il rischio”.
Il Sindaco di Albano laziale, Massimiliano Borelli, si è fatto portavoce dello scontento dei suoi cittadini lamentando sul termovalorizzatore “un problema di merito e metodo e una crisi istituzionale nei rapporti fra Roma Capitale e le realtà territoriali che andrebbero coinvolte e informate, e una Regione che non riesce a definire un piano d’intervento al di fuori di quello programmato”
“La scelta del termovalorizzatore è una scelta obsoleta, perdente e sbagliata, sia per la città di Roma che per l’area metropolitana. Il problema dei rifiuti non si risolve se non se non si cambia il modello di raccolta – Ha detto Claudia Bella – Le alternative ci sono, le nuove tecnologie ci sono, dobbiamo pensare a un modello di economia circolare che trasforma i rifiuti da problema a risorsa, che attiva delle filiere capaci di creare lavoro e occupazione”.