Caso di femminicidio a Marino. “Serve sostegno per le vittime ed un’educazione al rispetto di genere”

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Ancora una volta ci troviamo a parlare di un femminicidio nel nostro territorio, è infatti morta oggi la donna di Marino ferita venerdì scorso dal marito, un carabiniere che dopo aver sparato alla moglie si è tolto la vita. Insieme al dolore, la rabbia per un fenomeno, quello della violenza sulle donne, che non ha geografia, non ha età, non ha connotazione sociale. Un problema sociale e culturale, che vive nella violenza delle parole (proprio in questi giorni ne abbiamo purtroppo un noto esempio), in una parità di genera ancora distante (come ci confermano i dati sulla condizione delle donne lavoratrici), in una ancora limitata autodeterminazione delle donne del e sul proprio corpo, nella “colpa” di ritenersi libere di interrompere una relazione o di dire un NO. La tragedia di Marino ci spinge ulteriormente a cercare una strada che, a tutti i livelli a partire proprio dal territorio, deve essere quella dell’educazione alla diversità di genere, al rispetto, e che deve partire dai giovani. A loro, come sindacato pensionati, dobbiamo rivolgerci, cercando di trasmettere i principi delle battaglie civili, delle conquiste di diritti e di libertà che ci hanno visto protagonisti ma che oggi, troppo spesso, sembrano dimenticati. Allo stesso modo bisogna fare rete, istituzioni, associazioni, sindacati, per dare nell’immediato risposte e tutela alle donne vittime di violenza, tramite sportelli di ascolto, luoghi sicuri di accoglienza, sostegno per garantire l’indipendenza, anche economica, dagli uomini maltrattanti.

 

21-04-2021

 

SPI CGIL Roma Sud Pomezia Castelli